Ritorno negli Stati scomparsi. L’Impero asburgico

Il progetto ‘Extinguished Countries’ è tornato con una campagna di crowdfunding per la nuova guida di viaggio che farà riscoprire l’eredità del passato comune, dall’Italia all’Ucraina fino ai Balcani

di Giovanni Vale


Poco meno di un mese fa, a fine novembre, il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha fatto arrabbiare i governi di Romania e Ucraina per aver indossato una sciarpa da calcio riportante una mappa della ‘Grande Ungheria’. Orbán stava assistendo a un’amichevole tra la sua nazionale e la Grecia e non ha visto nulla di male nell’avvolgersi attorno al collo un metro di cotone carico di simbologia politica. Non era la prima volta che il premier ungherese faceva un riferimento esplicito e nostalgico all’Ungheria antecedente alla Prima Guerra Mondiale e sospettiamo che non sarà nemmeno l’ultima.

La retorica revisionista di Orbán è infatti ben nota. Il trattato di Trianon che nel 1920 ha ridotto le dimensioni territoriali dell’Ungheria fa regolarmente capolino nei comizi e nei dibattiti politici magiari. Rappresenta probabilmente l’eredità politica più spigolosa e attuale del defunto Impero asburgico, uno Stato che per secoli (e sotto diverse forme) ha governato gran parte dell’Europa centrale e orientale, prima di scomparire con la Grande Guerra. La controversa nostalgia di Orbán non è però l’unico lascito di questo Stato scomparso, anzi. Dall’Italia all’Ucraina, dalla Polonia al Montenegro, l’Impero asburgico è ancora presente nell’architettura, nella gastronomia, nella lingua, nella cultura e nelle tradizioni.

Copertina Extinguished Countries
(credits: Extinguished Countries)

‘Extinguished Countries’. O l’eredità degli Stati scomparsi

A Zagabria, nel marzo del 2020, abbiamo avviato un progetto che sta esplorando l’eredità composita di questi ‘Stati scomparsi’. Si tratta di Extinguished Countries, una collana di guide di viaggio dedicate a Stati che non esistono più. È un progetto all’incrocio tra storia, giornalismo e letteratura di viaggio. L’obiettivo è quello di trasformare la complessa e talvolta controversa storia dell’Europa in guide agili e amichevoli che mettano in discussione i concetti di Stato, confine e identità. Il primo libro della collana, dedicato alla Repubblica di Venezia, è stato pubblicato nel 2021 in italiano e in inglese. Ora stiamo lavorando all’Impero asburgico.

Come funziona? Il libro sulla Repubblica di Venezia è il risultato di centinaia di interviste da Bergamo a Cipro, e mostra le diverse prospettive sul passato comune. In quel caso alcune delle domande più frequenti erano: cos’era lo Stato da Mar, ovvero i domini di oltremare della Serenissima? Si è trattato di un commonwealth o di colonialismo? Che ne è oggi delle tante fortezze costruite dai Veneziani in giro per il Mediterraneo? E cosa ci può insegnare oggi quella storia, in materia di gestione delle epidemie, di rapporti con l’Altro o ancora di gestione delle risorse naturali, dai boschi alla laguna, passando per il sale, equiparabile oggi al petrolio?

Le risposte a queste e tante altre domande aiutano a capire le identità complesse che si incontrano negli ex-territori della Repubblica di Venezia. Ma si tratta anche di un viaggio tra città d’arte, ricco di sapori e affinità che accomunano persone oggi separate da frontiere e da centinaia di chilometri. Le finestre gotiche e i balconi rinascimentali che si incontrano da Rovigno a Corfù sono noti. Meno lo sono le varianti locali della pastissada, che diventa pasticada e pastitsado, o del brodetto di pesce, brudet e bourdeto sul lato orientale dell’Adriatico. E le parole? Cosa intendono gli spalatini quando dicono maništra? Qual è la storia del termine piron?


Il secondo viaggio del progetto Extinguished Countries ci portare ad affrontare dei quesiti simili ma su una scala ancora più ampia. Se la Repubblica di Venezia comprendeva sette Stati europei contemporanei, l’Impero asburgico alla vigilia della sua scomparsa ne controllava ben 13. Ancora una volta trattiamo di uno Stato scomparso durato secoli, ma questa volta la sua fine è decisamente più recente, rendendo ancora più attuale la sua eredità. Infine, quel ‘mondo di ieri’ raccontato da Stefan Zweig costituisce una colonna importante dell’identità europea e ci aiuta a capire molte delle sfide che il Vecchio Continente affronta oggi.

Treno Impero Asburgico
(credits: Extinguished Countries)

In viaggio per l’Impero asburgico

“Che si tratti dell’Ucraina, della Russia o anche del conflitto tra Israele e Hamas, l’impressione negli ambienti europei è che i due Paesi siano spesso d’accordo”, scrive Politico in un articolo dal titolo The rumored resurrection of Austria-Hungary pubblicato questo mese. Il revisionismo di Orbán e le relazioni tra Austria e Ungheria sono solo alcuni esempi del complicato lascito politico dell’Impero. Che ne è della Voivodina e di Novi Sad, a lungo la parte più multiculturale e progressista della Serbia e ormai sotto il controllo del partito di Aleksandar Vučić? Qual è la storia della Galizia e di Leopoli, dalla cui stazione sono passati nell’ultimo anno e mezzo milioni di ucraini in fuga dalla guerra? E cos’è stata la Frontiera militare, oggi diventata confine Schengen tra la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina?

I quesiti da approfondire sono tanti, in particolare con riferimento ai Balcani. Per esempio, le ferrovie che attraversano la Croazia testimoniano ancora della divisione amministrativa a cui era sottoposto il Paese sotto l’Impero: da un lato c’è la linea Pola-Lubiana-Vienna, dall’altro la Fiume-Zagabria-Budapest. In Bosnia ed Erzegovina gli edifici in stile neo-moresco realizzati a fine Ottocento sono ancora tra i più simbolici, a cominciare dalla Vijećnica, la celebre biblioteca di Sarajevo data alla fiamme nel 1992 e oggi diventata sede del municipio. Ma ci sarà molto altro da scoprire, dai germanismi nei dialetti alle ricette di gulasch e dolci, e fino all’immancabile tradizione del caffè, figlia dell’incontro proprio da queste parti tra l’Impero ottomano e asburgico.


Come nel 2020, il viaggio inizia con una campagna di crowdfunding: è così che il progetto si finanzia e raccoglie i soldi per le illustrazioni, le mappe, la traduzione in inglese e la stampa del libro. Tre anni fa, siamo riusciti a raccogliere oltre 25 mila euro su Kickstarter per la Repubblica di Venezia. Il 4 dicembre abbiamo lanciato una nuova campagna per l’Impero Asburgico su Ulule e sta già andando molto bene (circa 12 mila in due settimane).

Se volete scoprire cosa c’è di vero e cosa di falso nella retorica di Orbán e delle sue sciarpe, o se volete solo farvi un viaggio in un’Europa fin de siècle che a volte ricorda tanto l’Unione Europea di oggi, il punto di partenza è proprio qui.


Contribuisci alla realizzazione della seconda guida di viaggio di Extinguished Countries, Impero asburgico. Qui il link al crowdfunding aperto fino al 31 dicembre



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